La follia e... quanto d'altro possiamo trovare

La follia e... quanto d'altro possiamo trovare

Quanto ti voglio

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Io ti voglio quanto ti voglio, e non posso fare a meno di te, di ieri, dei tuoi grandi occhi chiari... sei ancora quella che eri o no...? …………………….Io ti odio, ti odio, ti odio...ma perché sei tanto bella? Ti odio... perché non scompari? Perché non ti uccidi? E perché ti voglio tanto io...

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(parole di............. Claudio Baglioni, "Quanto ti voglio")

DRIVE-THRU BANCOMAT

I nuovi Bancomat cosiddetti 'Drive-thru' permetteranno al cliente di prelevare contanti senza scendere dall'automobile. Al fine di facilitarne l'utilizzo, sono state sviluppate le seguenti procedure che vi invitiamo a leggere attentamente, facendo riferimento a quella che più si adatta al vostro caso (es. UOMO o DONNA).

PROCEDURA MASCHILE
1. Avvicinarsi con l'autovettura al bancomat. 2. Abbassare il finestrino. 3. Inserire la carta nel bancomat e digitare il PIN. 4. Digitare l'importo desiderato. 5. Ritirare la carta, il contante e la ricevuta. 6. Richiudere il finestrino. 7. Ripartire.
PROCEDURA FEMMINILE
1. Avvicinarsi con l'autovettura al bancomat.2. Fare retromarcia fino ad allineare il finestrino al bancomat. 3. Riavviare il motore che nel frattempo si e' spento. 4. Abbassare il finestrino. 5. Trovare la borsetta e svuotare tutto il contenuto sul sedile passeggeri per trovare la carta. 6. Localizzare la trousse e controllare il trucco sullo specchietto retrovisore. 7. Provare ad inserire la carta nel bancomat. 8. Aprire lo sportello per facilitare l'accesso al bancomat a causa dell'eccessiva distanza dell'automobile. 9. Inserire la carta. 10. Reinserire la carta nel verso giusto. 11. Risvuotare la borsetta per cercare l'agenda con il PIN scritto sul retro della pagina di copertina. 12. Digitare il PIN.
13. Premere Cancel e digitare il PIN corretto. 14. Digitare l'importo desiderato. 15. Ricontrollare il trucco nello specchietto retrovisore. 16. Ritirare il contante e la ricevuta. 17. Svuotare ancora la borsetta per trovare il portafogli e riporci il contante. 18. Riporre la ricevuta insieme al blocchetto degli assegni. 19. Ricontrollare il trucco ancora una volta. 20. Ripartire e percorrere 2 metri. 21. Fare retromarcia fino al bancomat. 22. Ritirare la carta. 23. Risvuotare la borsetta, trovare il portafogli e collocare la carta nell'apposito comparto. 24. Ricontrollare il trucco. 25. Riavviare il motore che nel frattempo si e' spento. 26. Guidare per 5 o 6 chilometri. 27. Togliere il freno a mano. 

(parole..... regalate via mail..... 2005)

Io mi fido di te

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La vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare. Mi fido di te. Cosa sei disposto a perdere?

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(dalla Rubrica Parole d'altri. Parole di......Jovanotti "Buon sangue", 2005)

Alla ricerca della follia perduta

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Non c'è romanzo, non c'è opera d'arte, non c'è nulla di veramente creativo che non attinga alla dimensione del sacrale. Ma per attingere a questa dimensione senza esserne inghiottiti ci vogliono due condizioni: un io fortissimo, e regole ferree. I creativi hanno regole che i bancari, al confronto, sono degli svagati. Non che questo serva a produrre l'opera d'arte, ma a tenere a bada le potenze del sacro.

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(parola di........ Umberto Galimberti, Lo Specchio de La Stampa, 16 Ottobre 2004, p.88) 

Gli occhi del musicista

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Il musicista ha una finestra sulla vita, che gli scorre parallela come un film. Sente vibrazioni sconosciute, e vuole metterle in piazza senza parole. Poi racconta di un amore mai vissuto, e quando sogna non ha nome e non ha età. E vive con lo sguardo incuriosito di una misteriosa razza senza colore.

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Il musicista ha il suo barometro cangiante, e quando vuole trasfigura la realtà. Gira gli occhi in fretta, e con un lampo rappresenta la tua vita, che tu nascondi. Poi accende un desiderio inconfessato. E ti stupisci di pensare come lui, quando tieni un sogno molto stretto e lo rigiri tra le dita e poi ti accendi.

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(parola di ....Enrico Ruggeri, "Gli occhi del musicista", Sony music 2003)

Per creare

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Gli artisti tendono a ribellarsi, a fare cose che la gente disapprova o turbano l'ordine stabilito; gli pseudocompetenti, invece, tendono spesso ad assecondare, a cercare di compiacere e ottenere approvazioni e ricompense, temendo altrimenti di essere abbandonati o respinti da quello che è riconosciuto da tutti come l'ordine stabilito.

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(parola di.... Petruska Clarkson, "Sconfiggi il nemico che è in te", Oscar Mondadori, 1999, 197)

Destra - Sinistra

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Fare il bagno nella vasca è di destra, fare la doccia, invece, è di sinistra. Un pacchetto di Marlboro è di destra, di contrabbando è di sinistra. Una bella minestrina è di destra, il minestrone è sempre di sinistra. Tutti i films che fanno oggi son di destra, se annoiano sono di sinistra. Le scarpette da ginnastica o da tennis hanno ancora un gusto un po' di destra, ma portarle tutte sporche e un po' slacciate è da scemi più che di sinistra. I blue-jeans che sono un segno di sinistra, con la giacca vanno verso destra. Il concerto nello stadio è di sinistra, i prezzi sono un po' di destra. I collant sono quasi sempre di sinistra, il reggicalze è sempre più di destra. La pisciata in compagnia è di sinistra, il cesso è sempre in fondo a destra. La piscina bella azzurra e trasparente è evidente che sia un po' di destra, mentre i fiumi, tutti i laghi e anche il mare sono di merda più che di sinistra..... Io direi che il culatello è di destra, la mortadella è di sinistra. Se la cioccolata svizzera è di destra, la nutella è ancora di sinistra. Il pensiero liberale è di destra, ora è buono anche per la sinistra. Non si sa se la fortuna sia di destra: la sfiga è sempre di sinistra. Il saluto vigoroso a pugno chiuso è un antico gesto di sinistra, quello un po' degli anni 20', un po' romano è da stronzi oltre che di destra.... Una donna emancipata è di sinistra, riservata è già un po' più di destra, ma il figone resta sempre un'attrazione che va bene per sinistra e destra.

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(parola di... Giorgio Gaber "La mia generazione ha perso", 2001)

Veronika decide di morire

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No. Tu sei una persona diversa, che vuole essere uguale. E questo, dal mio punto di vista, è considerato una malattia grave.

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(parola di .... Paulo Coelho, ed. Bompiani, 1999, p.151) 

La conversazione felice

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Ciascuno, sono convinto, dovrebbe riconoscersi l'inalienabile diritto di dare i numeri di tanto in tanto, purché non diventi un'abitudine, che allora è noioso a sé e agli altri.

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(parola di ..... Giampaolo Lai, ed. Il Saggiatore, 1985, p. 62)

L'amica delle mogli

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Sciocchi, caro, si può essere in due modi: per una sciocchezza che si fa, come tanti possono farla, pur senz'essere sciocchi; e allora si fa ridere non propriamente di noi, ma della sciocchezza che abbiamo fatta; o sciocchi per sciocchezza congenita, e allora facciamo ridere di noi, sempre, qualunque cosa si faccia, anche la più seria

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(parola di Luigi Pirandello, ed. Oscar Mondadori, Tutte le opere Teatro, 1993, p.23)

Enrico IV

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Sono guarito, signori: perché so perfettamente di fare il pazzo, qua; e lo faccio, quieto! - Il guajo è per voi che la vivete agitatamente, senza saperla e senza vederla la vostra pazzia.

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(parola di ..... Luigi Pirandello, ed. Oscar Mondadori, 1989, p. 194)

A Franco Basaglia

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Come eravamo innamorati, noi,- laggiù nei manicomi - quando speravamo un giorno - di tornare a fiorire - ma la cosa più inaudita, credi, - è stato quando abbiamo scoperto - che non eravamo stati mai malati.

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(Barbara Capello segnala la parola di.... Alda Merini, in la Repubblica SALUTE, 25 Aprile 2002, p.25)

Un folle elogio della pazzia...

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Karl Trusech diceva che un uomo per essere veramente uomo deve rispondere ad un impulso istintivo a cavallo tra esperienza e Fidenza, fermandosi al primo autogrill a fare il pieno di se stesso. Ho sempre creduto in questa iper tesi e ho imparato a separare il sapere dal sapore, il volere dal valore del volare, e pindaricamente mi colloco tra quelli che sostengono che c'è una grossa differenza , ma non so tra cosa.

(Barbara Capello segnala la parola di.... Alessandro Bergonzoni, in la Repubblica SALUTE, 25 Aprile 2002, p.24)

Memoria del futuro

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Di tanto in tanto le persone vogliono sentire qualcosa che già sanno: buono o cattivo che sia. Solo raramente vogliono sentire la verità: che sia gradita o no. Un numero ancora minore desidera conoscerne il costo.

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(parola di .... Wilfred R. Bion, Raffaello Cortina Editore, 1998, p.143)

Quando l'amore non basta

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Diventeremmo tutti più buoni se il pensiero della morte, invece di essere allontanato, ci fosse ben presente e ci rendesse, nel corso della vita, avidi d'amore.

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(parola di.... Umberto Galimberti, dalla rivista "D", rubrica Lettere, 30 Aprile 2002)

Pazza?

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Lo so cosa vi aspettate da me, ma io non sono solo un’immagine nella vostra testa…non sono solo una bambina, una figlia, una sgualdrina, una paziente o una puttana……io sapevo quello che stavo facendo e me ne assumo la responsabilità…………….Se io recito questa parte che volete da me, allora non sarò più responsabile…bè io non ve la faccio questa parte, non sarò mai quella che voi vi siete messi in testa “Claudia la pazza”….io non divento pazza per farvi un favore. 

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(Anna Ginella segnala la parola di .... Barbra Streisand, dal film "Pazza", 1987)

Platone è meglio del Prozac

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Una vita ricca di significato ha sempre un andamento tortuoso e, se tale è destinata ad essere, non potrà non avere componenti che non comprendiamo nel momento in cui si manifestano. Soltanto in seguito vedremo in quale punto si inseriscono nella struttura.

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(parola di .... Lou Marinoff, ed. Piemme, 2001, p. 289)

Il genio dei numeri

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"... Come hai potuto credere di essere stato reclutato dagli alieni per salvare il mondo? Come hai potuto?"

Nash alzò finalmente gli occhi e puntò su Mackey uno sguardo fisso, freddo e inespressivo come quello di un uccello o di un serpente. "Perchè", disse lentamente Nash con la sua voce bassa, strascicata, dalla cadenza moderatamente meridionale, come se parlasse a se stesso, "le idee che avevo sugli esseri soprannaturali mi venivano nello stesso modo in cui mi venivano le idee matematiche. Così le prendevo sul serio".

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(parola di ....Sylvia Nasar, Il genio dei numeri, ed. Mondolibri, 2002, p. 7)

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